Laiano

 Sono cresciuto a Laiano

Un piccolo paesino di campagna, oggi conterà poco più di 150 abitanti.

Ricordo, tempo fa, che per strada ci si salutava con chiunque si incontrasse perché ci conoscevamo tutti… più che un piccolo paesino a me sembrava una grande famiglia.

La mia casa, come quella di tutti, era circondata dal verde, tanta campagna, ai piedi di un bosco, con alberi carichi di buoni frutti. 

L'ho sempre visto come un villaggio, Laiano, ai piedi di un bosco situato sotto le pendici di un massiccio, un monte ricco di flora e fauna, un parco naturale, il Taburno.

Ho avuto un’ infanzia felice, sono stato molto fortunato; mi ritengo oggi un uomo ricco grazie a quel posto, a quel piccolo villaggio. Ricordo che da bambino ricevevo  regali da mio padre che era spesso fuori per lavoro e al suo rientro mi portava una sorpresa... forse per farmi pesare meno la sua lontananza... erano i soliti regali che si fanno ad un bambino, macchinine, robottini e così via.

Ero felice di quel gesto, sorridevo e lo ringraziavo in un forte abbraccio, sapevo che lui era comunque sempre con me. Ma il mio gioco preferito era un altro: distruggere le scope di mia mamma. Sì, era per me un momento creativo perfetto per ciò che avevo in mente.

Preferivo le scope vecchie, a fine vita, mi piaceva l'idea di dare a quella scopa vecchia e stanca, con poche setole e dal manico ben levigato dal tempo, una seconda opportunità. Separavo la parte di legno, il manico, dalla parte di plastica su cui vi erano  le setole, in pratica…svitavo il manico e ad una estremità fissavo un chiodo, in modo da ottenere una specie di lancia.

Armato di questo strumento me ne andavo in giro per il paese a raccogliere i rifiuti volanti che il vento spargeva qua e là,  dopo aver riempito il mio sacchetto di cartacce, plastica, vetro, lattine...etc, fiero consegnavo il raccolto ai miei genitori.

Con mio grande stupore non erano molto fieri di me, io non capivo, eppure era un gesto nobile.

Era un bene di tutti quel posto, anche mio, ed ero affezionato.

Sì, perché quel posto in cui sono nato e cresciuto era la mia casa, la mia famiglia, il mio villaggio, semplicemente me ne prendevo cura. 

 

Luigi De Simone